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Sussurro
2022
Installazione video e stampe
Sussurro è una richiesta sommessa, è l’ultimo respiro, qualcosa che si percepisce appena, sullo sfondo dello sguardo di una donna che vive senza riuscire a trovare il suo posto nel mondo.
Sussurro parla della solitudine di chi soffre di malattie mentali e dell’animo.
Chi ne soffre sparisce in un mare di solitudine e di relazioni difficili. Esiste un‘area di invisibilità e di vergogna intorno ai disagi e alle malattie dell’animo, quasi come fossero contagiose e potessero minacciare il nostro incessante intercedere verso uno stato di benessere, da conquistare a tutti i costi. L’autrice sollecita un incontro tra sguardi e invita a sentire che nella sofferenza dell’altro c’è qualcosa che ci riguarda sempre.
Chiara lavora sulla figura di Liseli Marazzi Hoepli, attraverso una serie di frame, estratti come screenshot dal film Un’ora sola ti vorrei (2002), diretto dalla figlia Alina. In Sussurro predomina la ripetizione, la frammentazione ossessiva degli occhi di Liseli. Attraverso il moltiplicarsi delle immagini del suo sguardo, il dramma della malattia e della sofferenza dialoga con elementi e figure diverse in un percorso di svelamento che Chiara ri-fotografa.
L’inclusione è incontro con l’altro. In questo lavoro incontriamo Liseli e un dolore che potrebbe essere di tutti noi.
Le fotografie sono accompagnate da una traccia audio composta da suoni e parole tratte dai diari di Liseli Marazzi Hoepli e da scritti dell'autrice.
Installazione video e stampe
Sussurro è una richiesta sommessa, è l’ultimo respiro, qualcosa che si percepisce appena, sullo sfondo dello sguardo di una donna che vive senza riuscire a trovare il suo posto nel mondo.
Sussurro parla della solitudine di chi soffre di malattie mentali e dell’animo.
Chi ne soffre sparisce in un mare di solitudine e di relazioni difficili. Esiste un‘area di invisibilità e di vergogna intorno ai disagi e alle malattie dell’animo, quasi come fossero contagiose e potessero minacciare il nostro incessante intercedere verso uno stato di benessere, da conquistare a tutti i costi. L’autrice sollecita un incontro tra sguardi e invita a sentire che nella sofferenza dell’altro c’è qualcosa che ci riguarda sempre.
Chiara lavora sulla figura di Liseli Marazzi Hoepli, attraverso una serie di frame, estratti come screenshot dal film Un’ora sola ti vorrei (2002), diretto dalla figlia Alina. In Sussurro predomina la ripetizione, la frammentazione ossessiva degli occhi di Liseli. Attraverso il moltiplicarsi delle immagini del suo sguardo, il dramma della malattia e della sofferenza dialoga con elementi e figure diverse in un percorso di svelamento che Chiara ri-fotografa.
L’inclusione è incontro con l’altro. In questo lavoro incontriamo Liseli e un dolore che potrebbe essere di tutti noi.
Le fotografie sono accompagnate da una traccia audio composta da suoni e parole tratte dai diari di Liseli Marazzi Hoepli e da scritti dell'autrice.
